Monday, February 28, 2022

Solo cose belle febbraio 2022 / Only beautiful things February 2022

Carissimi amici, 

Anche questo mese è stato un mese difficile per me, sono al punto dov'ero il mese scorso, senza notizie, senza terapie e senza soluzioni e avevo difficoltà a concentrarmi sulle cose belle. Ma poi è scoppiata la guerra in Ucraina, tanta gente è stata uccisa, tanta gente è stata ferita, tante persone sono in fuga, tante persone vengono arrestate e qualcuno addirittura minaccia attacchi nucleari e subito mi sono sentita egoista nella mia infelicità. Come potevo non concentrarmi sulle cose belle di questo mese, io, che di cose belle da ricordare ne avevo? Quindi ho iniziato a sfogliare le foto di questo mese e ho guardato con gratitudine le foto che abbiamo scattato a San Valentino e al compleanno di mio marito. Abbiamo festeggiato in casa ma ci siamo goduti  momenti di calma e gaiezza. A San Valentino ci siamo scambiati dei piccoli regalini e abbiamo brindato a noi, per il compleanno di mio marito abbiamo ordinato sushi e una torta notevole per aspetto e dimensioni, una torta che ci è bastata per un bel po' di giorni. Come curiosità condivido con voi il fatto che il nome di mio marito non è Giovanni, Giovanni essendo solo la traduzione del suo nome rumeno fatta appena arrivato in Italia dai suoi colleghi di lavoro, traduzione alla quale si è abituato e affezionato e le luci strane che vedete nella foto della cena con il sushi non sono difetti di fotografia ma il risultato di tecniche di illuminazione per rallegrare l'atmosfera. 


ENGLISH

Dear friends,

This month has also been a difficult month for me, I'm where I was last month, with no news, no therapies and no solutions and therefore I was having a hard time focusing on the beautiful things.  But then the war broke out in Ukraine and so many people were killed, so many people were injured, so many people are fleeing, so many people are arrested and some even threaten nuclear attacks, I immediately felt selfish in my unhappiness.  How could I not focus on the beautiful things of this month, I, who had beautiful things to remember?  So I started browsing this month's photos and gratefully looked at the photos we took on Valentine's Day and my husband's birthday.  We celebrated at home but enjoyed moments of calm and gaiety.  On Valentine's Day we exchanged small gifts and toasted to us, for my husband's birthday we ordered sushi and a cake that is remarkable in appearance and size, a cake that was enough for us for quite a few days.  As a curiosity I share with you the fact that my husband's name is not Giovanni, Giovanni being only the translation of his Romanian name received as soon as he arrived in Italy from his work colleagues, a translation to which he has become accustomed and fond of and the strange lights that you see in the photo of the sushi dinner are not photographic defects but the result of lighting techniques to brighten the atmosphere. 



Detto questo, voglio condividere con voi la cosa più bella di tutte, la cosa che mi ha rincuorata e mi ha fatto comprendere che nel mondo esiste tanta, tanta brava gente. La guerra in Ucraina ha fatto insorgere un'emergenza profughi, tante persone che scappano dalla guerra, tante persone che cercano rifugio e salvezza e sono rimasta piacevolmente confortata dal fatto che tanti paesi si sono mobilitati per aiutare. Paesi come la Polonia, l'Ungheria, la Slovacchia ma soprattutto il mio paese nativo, la Romania, non tanto grazie a interventi governativi ma grazie a iniziative di persone normali come noi che si sono organizzati,  hanno assicurato alloggio, vestiti, coperte, cibo e acqua a migliaia di rifugiati. È stato triste vedere i video in cui uomini ucraini, mariti e padri di famiglia accompagnavano le loro mogli e i loro bambini al confine per poi tornare a combattere per il loro paese (la legge marziale in vigore in Ucraina in questo momento vieta agli uomini fra 18 e 60 di lasciare il paese) però mi sono sentita felice leggendo i centinaia di post dove si vede con quanta dedizione, amore per il prossimo e generosità la gente metteva a disposizione dei rifugiati le loro case, le loro macchine, cibo, vestiti, prodotti per l'igiene, coperte, medicine e tutto il necessario. Una volta lanciata questa campagna a livello nazionale, presto si sono fatti coinvolgere anche proprietari di hotel, bed & breakfast, ristoranti, università che mettevano a disposizione i loro dormitori e persino lo stato rumeno mettendo a disposizione ambulanze SMURD e assistenza sanitaria gratuita. Come potete vedere nei collage, il riconoscimento delle persone aiutate non si è fatto attendere ma sono sicura che per i volontari coinvolti non c'è ricompensa maggiore della consapevolezza di aver aiutato persone in difficoltà che scappavano per salvarsi la vita. Come potete vedere l'entusiasmo di questa iniziativa, ha convinto più e più organizzazioni, ONG and even a team of israelian doctors to come and help. 


ENGLISH

Having said that, I want to share with you the most beautiful thing of all, the thing that heartened me and made me understand that there are many, many good people in the world.  The war in Ukraine has given rise to a refugee emergency, many people fleeing the war, many people seeking refuge and safety and I was pleasantly comforted by the fact that so many countries have mobilized to help.  Countries like Poland, Hungary, Slovakia but above all my native country, Romania, not so much thanks to government interventions but thanks to the initiatives of ordinary people like us who organized themselves, ensured accommodation, clothing, blankets, food and water for thousands of refugees.  It was sad to see the videos of Ukrainian men, husbands and fathers of families accompanying their wives and children to the border and then returning to fight for their country (martial law active in Ukraine right now forbids men between 18 and 60 to leave the country) but I felt happy reading the hundreds of posts where is possible to see with how much dedication, love for the next of kin and generosity people made available to refugees their homes, their cars, food, clothes, products for hygiene, blankets, medicines and everything one may need.  Once this campaign was launched nationwide, owners of hotels, bed & breakfasts, restaurants, universities who made their dormitories available and even the Romanian state were soon involved in providing SMURD ambulances and free health care.  As you can see in the collages, the recognition of the people helped was not long in coming but I am sure that for the volunteers involved there is no greater reward than the awareness of having helped people in difficulty who ran away to save their lives. As you can also see, once the helping process begun, more and more organizations, ONG, and even a team of israelian doctors came in Romania to help ucranians.




Con questo post partecipo all'iniziativa SOLO COSE BELLE di Fioredicollina.

With this post I partecipate to Fioredicollina's initiative ONLY BEAUTIFUL THINGS. 




Monday, February 21, 2022

Storie di indolente follia - parte 3 / Stories of indolent madness - part 3




Quando l'unica cosa che possiedi è un martello, è doveroso scegliere accuratamente i chiodi!


When the only thing you possess is a hammer, it is mandatory that you choose carefully the nails! 





©️ Copyright Florentina Andrei - https://femeieastazi.blogspot.com 

Sunday, February 13, 2022

La Chiave a Stella di Primo Levi - recensione letteraria / The Wrench by Primo Levi - book review



Ciao carissimi lettori,

Oggi desidero condividere con voi la recensione di un altro libro scritto da uno dei miei autori preferiti. Indovinate chi? Vi do un indizio… ho già recensito con grande entusiasmo altri due suoi libri su questo blog. Si, probabilmente lo avete già capito, si tratta di Primo Levi e il romanzo che vorrei recensire stavolta e che gli ha valso anche il Premio della Strega, importante premio nella letteratura italiana, è il libro “La chiave a Stella”. Primo Levi è conosciuto soprattutto per i suoi libri con carattere di testimonianza e infatti “La Chiave a Stella” è l’unico libro che non abbia personaggi esistiti realmente, è un puro romanzo generato dalla fantasia dell’autore. Ma, come qualsiasi scrittore, anche Primo Levi per redigere questo romanzo si è ispirato anche a fatti e momenti realmente esistiti e ha creato un altro capolavoro.

Il problema che ho incontrato fino ad adesso è stato causato dal fatto che ho iniziato la lettura delle sue opere con il libro “Se questo è un uomo”, un libro di forte impatto, dove lo scrittore ha descritto le sue esperienze vissute nel lager di Auschwitz subito dopo il rilascio, cogliendo e trasmettendo l’intensità delle sue emozioni e il dolore delle sue domande, senza il filtro ovattante della logica e della scrittura volutamente artistica. Inizialmente questo fatto aveva condizionato il modo in cui io recepivo il suo messaggio. Se vi ricordate la recensione del romanzo “La Tregua”, lo avevo trovato meno intenso e non altrettanto impressionante quanto il primo, anche se per questo libro, Primo Levi aveva fatto più un lavoro di ricerca letteraria e aveva curato di più la qualità della scrittura. Con il tempo avevo capito questa dicotomia della mia valutazione e avevo deciso di guardare ogni romanzo come un’entità a parte, scritto da persone diverse (perché a distanza di decenni, Primo Levi che ha scritto Se questo è un uomo non era lo stesso che aveva scritto gli altri libri). Ecco che a leggere “La Chiave a Stella” era una lettrice più matura e meno avida di intensità emotiva. Inizialmente ho incontrato un piccolo ostacolo perché l’argomento nonché i personaggi di questo romanzo professano in aree di cui io non avevo la minima conoscenza e quindi per il momento mi ha trattenuta. Non potevo leggere con tanta fluidità e disinvoltura discorsi che riguardavano gru, operai, montatori, tecnici, chimica o vernici ma quando ho capito che questo non era un libro sul quale avrei dovuto essere interrogata ma un romanzo grazie al quale avrei dovuto scoprire un universo nuovo, sconosciuto fino a quel momento, la mia mente si è aperta e ho goduto leggendo ogni frase di questo libro. Il personaggio principale è Faussone, chiamato Tino da amici e familiari, un operaio specializzato piemontese che gira tutto il mondo armato della sua chiave a stella a montare gru, ponti sospesi, impianti petroliferi. Il romanzo contiene 14 capitoli e nella maggior parte di essi, Faussone racconta le sue avventure in Alaska, India, Russia, Africa acquisendo un carattere quasi epico. La componente più importante di questi racconti è che sono arricchiti dalle riflessioni personali del nostro Faussone, riflessioni che acquisiscono un carattere filosofico. Notevoli le sue considerazioni in merito ai sogni: “a me i sogni piace farli venire veri, se no rimangono come una malattia che uno se la porta appresso per tutta la vita” pg. 4, sui luoghi comuni che riguardano paesi stranieri: “come si fa in fretta a farsi le idee sbagliate su un paese […] finisce che uno si riempie di idee balorde, magari anche sul suo” pg. 101, sulle donne di questi paesi: “a me le ragazze più sono forestiere e più mi piacciono, perché c’è la curiosità” pg. 103 e sull’antitesi fra la fiducia e la prudenza quando si ha a che fare con altre persone: “della prudenza degli altri è meglio che non se ne fidi, e che ci metta la sua propria” pg. 107. Tuttavia l’argomento preferito del nostro personaggio è il lavoro, analizzato da lui da vari punti di vista, dall’etica che ogni lavoratore dovrebbe avere, all’integrità, alla dedizione, all’impegno e al piacere che ne dovrebbe ricavare. Per il nostro personaggio anche la libertà viene vista dal prisma del lavoro, dove la vera libertà significa essere competenti nel proprio lavoro e provare piacere a svolgerlo. Il linguaggio del nostro personaggio, semplice e quindi scorrevole, viene talvolta arricchito dalle considerazioni più concettuali dell’autore che è l’altro personaggio e il recettore di questo dialogo. Notevole in questo senso la sintetizzazione dell’autore sull’argomento lavoro dove identifica la retorica insidiosa: “considerazione che un elogio o una medaglia costano molto meno di un aumento di paga e rendono di più” e la retorica opposta, profondamente stupida “come chi sa lavorare fosse per definizione un servo, e come se, per converso, chi lavorare non sa, o sa male, o non vuole, fosse per ciò stesso un uomo libero” pg. 79.

Il romanzo si arricchisce sul finale anche con i racconti dell’autore che condivide con Faussone, le sue avventure in quanto chimico e sviluppatore / collaudatore di vernici, esperienza che portato all’incontro dei due personaggi in Russia. In merito alla genesi di questo romanzo, l’autore ha dichiarato: “Ero a Togliattigrad, e notavo la stima con cui i sovietici trattavano i nostri operai specializzati. Questo fatto m’incuriosì: quegli uomini sedevano in mensa con me, gomito a gomito; rappresentavano un patrimonio tecnico e umano enorme; ma erano destinati a rimanere anonimi, perché nessuno aveva mai scritto di loro…”pg. 192.

Questo libro ha come argomento principale il lavoro, il rapporto che si crea tra l’uomo e la sua professione, il modo in cui esso influisce sulla sfera personale, le dimensioni e le connotazioni che esso prende, che possano variare dalla soddisfazione, all’angustia, all’euforia e al tormento. La conclusione di questo romanzo è che anche se a volte lavorare può essere un’esperienza dolorosa, è indubbiamente salutare e senza di essa non si può maturare e diventare adulti responsabili.

 


ENGLISH

Hello dear readers,

Today I would like to share with you the review of another book written by one of my favorite authors. Guess who? I give you a hint… I have already enthusiastically reviewed two other books by this author on my blog. Yes, you have probably already got it, it is Primo Levi and the novel that I would like to review this time and which also earned him the Strega Award, an important prize in Italian literature, is the book "The Wrench". Primo Levi is best known for his testimonial books and in fact "The Wrench" is the only book that has no real characters, it is a pure novel generated by the author's imagination. Like any writer, Primo Levi was inspired by facts and moments that really existed to write this novel and created another masterpiece.

The problem I have encountered so far was caused by the fact that I started reading his works with the book "If this is a man", a book of strong impact, where the writer described his experiences in Auschwitz immediately after his release, capturing and transmitting the intensity of his emotions, the pain of his questions without the muffling filter of logic and deliberately artistic writing. Initially this fact had affected the way in which I received his message. If you remember the review of the novel “The truce”, I had found it less intense and not as impressive as the first one even if for this book, Primo Levi had done more work of literary research and had cared more about the quality of writing. Over time I had understood this dichotomy of my evaluation and had decided to look at each novel as a separate entity, written by different persons (because decades later, Primo Levi who wrote If This is a Man was not the same as had written the other books). So reading “The Wrench” was a more mature and less greedy for emotional intensity reader. Initially I encountered a small obstacle because the subject and the characters of this novel profess in areas of which I did not have the slightest knowledge and therefore for the moment it held me back. I could not read with such fluidity and ease conversations concerning cranes, workers, fitters, technicians, chemistry or paints but when I realized that this was not a book on which I would have been questioned on, but a novel thanks to which I would have to discover a new universe , unknown to me until then, my mind opened and I enjoyed reading every sentence of this book. The main character is Faussone, called Tino by friends and family, a Piedmontese skilled worker who goes around the world armed with his a wrench to mount cranes, suspension bridges, oil plants. The novel contains 14 chapters and in most of them, Faussone tells his adventures in Alaska, India, Russia, Africa acquiring an almost epic character. The most important component of these stories is that they are enriched by  Faussone's personal reflections that acquire a philosophical character. His considerations regarding dreams are noteworthy: "I like dreams to make them come true, otherwise they remain like a disease that one carries around for a lifetime" pg. 4, on commonplaces concerning foreign countries "how do you quickly get the wrong ideas about a country [...] one ends up filled with foolish ideas, maybe even about its own" pg. 101, on the women of these countries "to me, the girls more are foreigners, more I like them, because there is curiosity" pg. 103 and on the antithesis between trust and prudence when dealing with other people "it is better for the prudence of others not to trust it, and to put in its own" pg. 107. However, our character's favorite topic is work, analyzed by him from various points of view, from the ethics that every worker should have, to the integrity, dedication, commitment and pleasure they should derive from it. For our character, freedom is also seen from the prism of work, where true freedom means being competent in one's work and enjoying it. The language of our character, simple and therefore fluent, is sometimes enriched by the more conceptual considerations of the author who is also the other character and the recipient of this dialogue. Remarkable in this sense is the author's synthesis on the topic of work, where he identifies the insidious rhetoric "considering that a praise or a medal cost much less than an increase in retribution and pay more" and the opposite rhetoric, deeply stupid "as where those that know work are by definition  servants, and as if, conversely, whoever does not know it, or  know it badly, or does not want to work, were by that very fact a free man ”pg. 79.

The novel is enriched at the end also with the stories of the author who shares with Faussone, his adventures as a chemist and developer / tester of paints, an experience that led to the meeting of the two characters in Russia. Regarding the genesis of this novel, the author stated: “I was in Togliattigrad, and I noticed the esteem with which the Soviets treated our skilled workers. This fact intrigued me: those men sat at the table with me, elbow to elbow; they represented an enormous technical and human heritage; but they were destined to remain anonymous, because no one had ever written about them… ”pg. 192.

This main topic of this book is work, the relationship that is created between man and his profession, the way in which it affects the personal sphere, the dimensions and connotations that it takes that can vary from satisfaction to anguish, to euphoria and torment. The conclusion of this novel is that although sometimes working can be a painful experience, it is undoubtedly healthy and without it one cannot mature and become a responsible adult.






***Letto e recensito: La Chiave a Stella di Primo Levi; editore: Einaudi; Collana: Einaudi Tascabili ET Scrittori; Anno 2014***

***Read and reviewed: The Star Key by Primo Levi; publisher: Einaudi; Series: Einaudi Tascabili ET Scrittori; Year 2014***








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Tuesday, February 8, 2022

Festival di Sanremo 2022 fra poesia, allegorie, autoironia e politicamente corretto

Ciao carissimi lettori,

Oggi vorrei condividere con voi alcune impressioni sul Festival di Sanremo appena concluso. Per motivi che non andrò a  condividere adesso, non ho potuto seguire attivamente il Festival di Sanremo, quindi mi sono persa la dinamica del concorso ma fortunatamente YouTube è una piattaforma perfetta per ascoltare le canzoni che hanno partecipato. Non ho ascoltato tutte le canzoni ma solo le canzoni chiave, che sono finite sul podio o hanno ricevuto critiche notevoli. 

Iniziamo con la canzone vincitrice: "Brividi" interpretata da Mahmood & Blanco, composizione Mahmood, Blanco e Michelangelo - una canzone d'amore, bei versi, interpretazione buona, le due voci si sono completate molto bene nell'interpretazione - sicuramente una canzone degna di questo festival e forse degna anche del podio ma l'impressione che mi è rimasta dopo averla ascoltata diverse volte e dopo aver letto le critiche e i commenti degli ascoltatori e che la vincita sia dovuta ad un tentativo di portare all'Eurovision una canzone Politicamente Corretta, che vada oltre questioni di genere, uguaglianza e diritti civili. Per rendere meglio l'idea, il link che condivido per la vostra visione è il link del videoclip. 



Continuiamo con la canzone classificata al secondo posto e cioè la canzone "O forse sei tu", interpretata da Elisa, composizione Elisa e D. Petrella - una bella canzone, stilisticamente valida con un'interpretazione impeccabile che però, non è ne la miglior canzone di Elisa (nella seconda metà inferiore dei suoi lavori) ne la miglior canzone del Festival. Non l'ho trovata ne molto originale, in quanto ho ritrovato diversi accordi e frammenti già ascoltati, ne memorabile in quanto nemmeno il suo ritornello non si sia annidato nella mia mente. In questo caso, ho scelto di condividere con voi il link dell'interpretazione al Festival in quanto trovo che l'eleganza e la voce di Elisa siano i punti forti di questa canzone.


La prossima canzone di cui parlerò è "Ti Amo Non Lo So Dire" nell'interpretazione di una delle voci più particolari che ci siano nel panorama musicale italiano, la bellissima Noemi, composizione di A. La Cava, Mahmood, D. Faini - una canzone che mi fece subito apprezzare lo spirito innovativo di Noemi e il suo flirt con il rap. La canzone è fluida, orecchiabile, semplice, non altrettanto ricca stilisticamente parlando come la canzone di Elisa, però continuo a canticchiarla dal primo momento in cui l'ho ascoltata. La metrica di Mahmood è facilmente riconoscibile e da un tocco innovativo al canto di Noemi. Non ha ottenuto il giusto riconoscimento secondo me ma confido che gli ascolti la premieranno. In questo caso, condivido con voi il link del videoclip in quanto lo ritengo molto interessante e ben realizzato. 



La successiva canzone di cui vi voglio parlare è "Domenica", interpretata da Achille Lauro, composizione di Achele Lauro, S.P. Manzari, D. Petrella, M. Ciceroni, M. Cutolo, G. Calculli - una canzone che a detta di alcuni sarebbe un vilipendio alla chiesa ma fortunatamente non lo è (un noto avvocato ne ha parlato in merito su youtube e potrei condividere il link se siete interessati). Quello che realmente è, è uno spettacolo, perché questo è Achille Lauro, un grande uomo da palco scenico. Ho apprezzato moltissimo il suo gioco di contrapposizioni, lui mezzo nudo, le ragazze del coro gospel ultra vestite, lui statico, loro che ballavano energicamente e cosi via, tutto nel ambito di una canzone memorabile, con dei versi che ti invitano anche a riflettere. Penso sia ovvio che il video che condividerò con voi è la sua interpretazione durante il festival.


Adesso vi parlerò delle canzoni che mi sono piaciute di più. Una di queste è La Rappresentante di Lista con la canzone "Ciao Ciao", composizione di V. Lucchesi, D. Mangiaracina, R. Calabrese, R. Cammarata, C. Drago, S. Privitera - la canzone più orecchiabile di tutte, al primo ascolto, sembra un po' leggera ma in realtà è la canzone più altruista di tutte. I versi colpiscono per la semplicità usata come facciata per nascondere dei messaggi sottintesi molto più profondi. Da dove deriva l'altruismo di questa canzone? Dalla sua capacità di autoironia. Chi è capace di mettersi in gioco, di prendersi sul ridere per far divertire gli altri, da una grande prova di altruismo perché mette se stesso al servizio degli altri. In questo caso, visto il lavoro notevole che hanno fatto in studio, e visto che questo brano non rende al massimo quando accompagnato dall'orchestra, condivido il link del videoclip musicale.


Eccomi adesso arrivata finalmente al mio brano preferito in questo concorso, per alcuni sarà forse una sorpresa, per coloro che mi seguono sui social invece, è un dejà -vu. Si tratta di "Apri tutte le porte" nell'interpretazione di Gianni Morandi, composizione Lorenzo Jovanotti, R. Onori. Trovo che i versi di questa canzone sono arte, il brano stesso è un'allegoria e il video rende molto bene il concetto. Jovanotti è un poeta e un cantautore nato, dalla sua penna sono uscite alcune delle più grandi canzoni italiane e la sua collaborazione con una delle figure più note sul mercato musicale italiano non poteva che produrre un capolavoro. Avrei voluto condividere il video per farvi vedere anche il lavoro eccelso che i produttori hanno fatto nel tradurre in immagini i versi di questa canzone ma dopo aver visto l'interpretazione di Morandi, la sua energia, la sua volubilità sul palco e capacità di padroneggiare la situazione, ho deciso di condividere l'interpretazione al festival. Aggiungo anche il fatto che la canzone rende benissimo sia nella versione studio sia nella versione con orchestra. 


Chiudo il post manifestando il mio rammarico nel non aver visto le puntate live anche perché mi sono persa il ritorno dei miei amati Maneskin sul palco dell'Ariston. Sono riuscita a vedere comunque su YouTube la presentazione che Amadeus abbia fatto e gli elogi che i Maneskin hanno ricevuto per il loro lavoro e i traguardi raggiunti. Sempre umili e genuini hanno accolto gli applausi e hanno cantato come se fossero stati di nuovo concorrenti. Coraline è la canzone che più preferisco di questo band quindi non averla sentita cantata sul palco sanremese e non aver visto in diretta l'emozione negli occhi di Damiano sono stati dei grandi dispiaceri. 

Voi avete seguito il Festival di Sanremo? Quali sono stati i vostri brani preferiti? 

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