Ciao carissimi
lettori,
Oggi desidero condividere con voi la recensione di un altro libro scritto da uno dei miei autori preferiti. Indovinate chi? Vi do un indizio… ho già recensito con grande entusiasmo altri due suoi libri su questo blog. Si, probabilmente lo avete già capito, si tratta di Primo Levi e il romanzo che vorrei recensire stavolta e che gli ha valso anche il Premio della Strega, importante premio nella letteratura italiana, è il libro “La chiave a Stella”. Primo Levi è conosciuto soprattutto per i suoi libri con carattere di testimonianza e infatti “La Chiave a Stella” è l’unico libro che non abbia personaggi esistiti realmente, è un puro romanzo generato dalla fantasia dell’autore. Ma, come qualsiasi scrittore, anche Primo Levi per redigere questo romanzo si è ispirato anche a fatti e momenti realmente esistiti e ha creato un altro capolavoro.
Il problema che ho incontrato fino ad adesso è stato causato dal fatto che ho iniziato la lettura delle sue opere con il libro “Se questo è un uomo”, un libro di forte impatto, dove lo scrittore ha descritto le sue esperienze vissute nel lager di Auschwitz subito dopo il rilascio, cogliendo e trasmettendo l’intensità delle sue emozioni e il dolore delle sue domande, senza il filtro ovattante della logica e della scrittura volutamente artistica. Inizialmente questo fatto aveva condizionato il modo in cui io recepivo il suo messaggio. Se vi ricordate la recensione del romanzo “La Tregua”, lo avevo trovato meno intenso e non altrettanto impressionante quanto il primo, anche se per questo libro, Primo Levi aveva fatto più un lavoro di ricerca letteraria e aveva curato di più la qualità della scrittura. Con il tempo avevo capito questa dicotomia della mia valutazione e avevo deciso di guardare ogni romanzo come un’entità a parte, scritto da persone diverse (perché a distanza di decenni, Primo Levi che ha scritto Se questo è un uomo non era lo stesso che aveva scritto gli altri libri). Ecco che a leggere “La Chiave a Stella” era una lettrice più matura e meno avida di intensità emotiva. Inizialmente ho incontrato un piccolo ostacolo perché l’argomento nonché i personaggi di questo romanzo professano in aree di cui io non avevo la minima conoscenza e quindi per il momento mi ha trattenuta. Non potevo leggere con tanta fluidità e disinvoltura discorsi che riguardavano gru, operai, montatori, tecnici, chimica o vernici ma quando ho capito che questo non era un libro sul quale avrei dovuto essere interrogata ma un romanzo grazie al quale avrei dovuto scoprire un universo nuovo, sconosciuto fino a quel momento, la mia mente si è aperta e ho goduto leggendo ogni frase di questo libro. Il personaggio principale è Faussone, chiamato Tino da amici e familiari, un operaio specializzato piemontese che gira tutto il mondo armato della sua chiave a stella a montare gru, ponti sospesi, impianti petroliferi. Il romanzo contiene 14 capitoli e nella maggior parte di essi, Faussone racconta le sue avventure in Alaska, India, Russia, Africa acquisendo un carattere quasi epico. La componente più importante di questi racconti è che sono arricchiti dalle riflessioni personali del nostro Faussone, riflessioni che acquisiscono un carattere filosofico. Notevoli le sue considerazioni in merito ai sogni: “a me i sogni piace farli venire veri, se no rimangono come una malattia che uno se la porta appresso per tutta la vita” pg. 4, sui luoghi comuni che riguardano paesi stranieri: “come si fa in fretta a farsi le idee sbagliate su un paese […] finisce che uno si riempie di idee balorde, magari anche sul suo” pg. 101, sulle donne di questi paesi: “a me le ragazze più sono forestiere e più mi piacciono, perché c’è la curiosità” pg. 103 e sull’antitesi fra la fiducia e la prudenza quando si ha a che fare con altre persone: “della prudenza degli altri è meglio che non se ne fidi, e che ci metta la sua propria” pg. 107. Tuttavia l’argomento preferito del nostro personaggio è il lavoro, analizzato da lui da vari punti di vista, dall’etica che ogni lavoratore dovrebbe avere, all’integrità, alla dedizione, all’impegno e al piacere che ne dovrebbe ricavare. Per il nostro personaggio anche la libertà viene vista dal prisma del lavoro, dove la vera libertà significa essere competenti nel proprio lavoro e provare piacere a svolgerlo. Il linguaggio del nostro personaggio, semplice e quindi scorrevole, viene talvolta arricchito dalle considerazioni più concettuali dell’autore che è l’altro personaggio e il recettore di questo dialogo. Notevole in questo senso la sintetizzazione dell’autore sull’argomento lavoro dove identifica la retorica insidiosa: “considerazione che un elogio o una medaglia costano molto meno di un aumento di paga e rendono di più” e la retorica opposta, profondamente stupida “come chi sa lavorare fosse per definizione un servo, e come se, per converso, chi lavorare non sa, o sa male, o non vuole, fosse per ciò stesso un uomo libero” pg. 79.
Il romanzo si arricchisce
sul finale anche con i racconti dell’autore che condivide con Faussone, le sue
avventure in quanto chimico e sviluppatore / collaudatore di vernici, esperienza
che portato all’incontro dei due personaggi in Russia. In merito alla genesi di
questo romanzo, l’autore ha dichiarato: “Ero a Togliattigrad, e notavo la stima
con cui i sovietici trattavano i nostri operai specializzati. Questo fatto
m’incuriosì: quegli uomini sedevano in mensa con me, gomito a gomito;
rappresentavano un patrimonio tecnico e umano enorme; ma erano destinati a
rimanere anonimi, perché nessuno aveva mai scritto di loro…”pg. 192.
Questo libro ha
come argomento principale il lavoro, il rapporto che si crea tra l’uomo e la
sua professione, il modo in cui esso influisce sulla sfera personale, le
dimensioni e le connotazioni che esso prende, che possano variare dalla
soddisfazione, all’angustia, all’euforia e al tormento. La conclusione di
questo romanzo è che anche se a volte lavorare può essere un’esperienza
dolorosa, è indubbiamente salutare e senza di essa non si può maturare e
diventare adulti responsabili.
ENGLISH
Hello dear readers,
Today I would like to share with you the review of another
book written by one of my favorite authors. Guess who? I give you a hint… I
have already enthusiastically reviewed two other books by this author on my
blog. Yes, you have probably already got it, it is Primo Levi and the novel
that I would like to review this time and which also earned him the Strega
Award, an important prize in Italian literature, is the book "The
Wrench". Primo Levi is best known for his testimonial books and in fact
"The Wrench" is the only book that has no real characters, it is a
pure novel generated by the author's imagination. Like any writer, Primo Levi
was inspired by facts and moments that really existed to write this novel and
created another masterpiece.
The problem I have encountered so far was caused by the fact
that I started reading his works with the book "If this is a man", a
book of strong impact, where the writer described his experiences in Auschwitz
immediately after his release, capturing and transmitting the intensity of his
emotions, the pain of his questions without the muffling filter of logic and
deliberately artistic writing. Initially this fact had affected the way in
which I received his message. If you remember the review of the novel “The
truce”, I had found it less intense and not as impressive as the first one even
if for this book, Primo Levi had done more work of literary research and had cared
more about the quality of writing. Over time I had understood this dichotomy of
my evaluation and had decided to look at each novel as a separate entity,
written by different persons (because decades later, Primo Levi who wrote If
This is a Man was not the same as had written the other books). So reading “The
Wrench” was a more mature and less greedy for emotional intensity reader.
Initially I encountered a small obstacle because the subject and the characters
of this novel profess in areas of which I did not have the slightest knowledge
and therefore for the moment it held me back. I could not read with such
fluidity and ease conversations concerning cranes, workers, fitters,
technicians, chemistry or paints but when I realized that this was not a book
on which I would have been questioned on, but a novel thanks to which I would
have to discover a new universe , unknown to me until then, my mind opened and
I enjoyed reading every sentence of this book. The main character is Faussone,
called Tino by friends and family, a Piedmontese skilled worker who goes around
the world armed with his a wrench to mount cranes, suspension bridges, oil
plants. The novel contains 14 chapters and in most of them, Faussone tells his
adventures in Alaska, India, Russia, Africa acquiring an almost epic character.
The most important component of these stories is that they are enriched by Faussone's personal reflections that acquire
a philosophical character. His considerations regarding dreams are noteworthy:
"I like dreams to make them come true, otherwise they remain like a
disease that one carries around for a lifetime" pg. 4, on commonplaces
concerning foreign countries "how do you quickly get the wrong ideas about
a country [...] one ends up filled with foolish ideas, maybe even about its
own" pg. 101, on the women of these countries "to me, the girls more
are foreigners, more I like them, because there is curiosity" pg. 103 and
on the antithesis between trust and prudence when dealing with other people "it
is better for the prudence of others not to trust it, and to put in its
own" pg. 107. However, our character's favorite topic is work, analyzed by
him from various points of view, from the ethics that every worker should have,
to the integrity, dedication, commitment and pleasure they should derive from
it. For our character, freedom is also seen from the prism of work, where true
freedom means being competent in one's work and enjoying it. The language of
our character, simple and therefore fluent, is sometimes enriched by the more
conceptual considerations of the author who is also the other character and the
recipient of this dialogue. Remarkable in this sense is the author's synthesis
on the topic of work, where he identifies the insidious rhetoric
"considering that a praise or a medal cost much less than an increase in
retribution and pay more" and the opposite rhetoric, deeply stupid
"as where those that know work are by definition servants, and as if, conversely, whoever does
not know it, or know it badly, or does not
want to work, were by that very fact a free man ”pg. 79.
The novel is enriched at the end also with the stories of
the author who shares with Faussone, his adventures as a chemist and developer
/ tester of paints, an experience that led to the meeting of the two characters
in Russia. Regarding the genesis of this novel, the author stated: “I was in
Togliattigrad, and I noticed the esteem with which the Soviets treated our
skilled workers. This fact intrigued me: those men sat at the table with me,
elbow to elbow; they represented an enormous technical and human heritage; but
they were destined to remain anonymous, because no one had ever written about
them… ”pg. 192.
This main topic of this book is work, the relationship that
is created between man and his profession, the way in which it affects the
personal sphere, the dimensions and connotations that it takes that can vary
from satisfaction to anguish, to euphoria and torment. The conclusion of this
novel is that although sometimes working can be a painful experience, it is
undoubtedly healthy and without it one cannot mature and become a responsible
adult.
***Letto e recensito:
La Chiave a Stella di Primo Levi; editore: Einaudi; Collana: Einaudi Tascabili
ET Scrittori; Anno 2014***
***Read and reviewed: The Star Key by Primo Levi; publisher:
Einaudi; Series: Einaudi Tascabili ET Scrittori; Year 2014***
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Gracias por la reseña. Te mando un beso y te deseo un lindo día del amor y la amistad.
ReplyDeleteGrazie della recensione cara, lo leggerò....
ReplyDeleteinteressante, di Primo Levi conoscevo solo "Se questo è un uomo ". Un libro sul lavoro, quindi e condivido la conclusione dell'autore. Saluti cari . Buona settimana.
ReplyDeleteMolto bello, se posso ti suggerisco un libro che sto leggendo ora Le lettere di Esther ti da tanti spunti di riflessione!!!
ReplyDeleteSe dici che è un capolavoro devo assolutamente leggerlo e poi mi piace molto come scrive Primo Levi. Buon San Valentino, tesoro!
ReplyDeleteKisses, Paola.
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Se dici che è un capolavoro devo assolutamente leggerlo e poi mi piace molto come scrive Primo Levi. Buon San Valentino, tesoro!
ReplyDeleteKisses, Paola.
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Conosco Se questo è un uomo e La Tregua, ma non sapevo che avesse scritto un romanzo sul lavoro. Grazie della recensione, un libro ricco di saggezza. Da leggere sicuramente. Buona giornata.
ReplyDeleteSounds like an interesting read!
ReplyDeletexoxo
Lovely
www.mynameislovely.com
Ti confesso che lo ho letto tantissimi anni fa e me lo ricordo poco sono comunque letture molto interessanti
ReplyDeleteThis novel sounds really interesting, thank you for sharing!
ReplyDeleteHello,
ReplyDeleteI really liked your review. So I'm taking note. It is worth keeping in mind for future reading.
Greetings
thanks for sharing
ReplyDeleteThat sounds very interesting!!
ReplyDeleteI like books about work ❤
ReplyDeleteinteressante. non conoscevo questo libro. Messo nella lista dei desideri dei libri da leggere. Ciao
ReplyDeletePrimo Levi era una persona profonda con la grande capacità di guardare sempre la realtà in faccia...
ReplyDeletePrimo Levi è un autore che. purtroppo, non riesco ad affrontare con facilità perchè mi hanno costretta a leggere "Se questo è un uomo" al liceo e l'ho sinceramente odiato (e già allora ero un'avida lettrice, ma di romanzi fantasy soprattutto) : credo che richieda un'approccio e una maturità che non possono esistere in ragazzini adolescenti che in estate vogliono solo divertirsi... Purtroppo da allora il suo stile mi è rimasto "antipatico" proprio a pelle e non riesco a seguirlo con facilità.
ReplyDeleteMagari però questo potrebbe essere un romanzo adatto alla "riconciliazione" dato che mi sembra più leggero e meno tagliente dell'altro, lo terrò senzo'altro presente perchè mi dispiace escludere dalla mia formazione culturale un autore così importante!
Baci!
S
https://s-fashion-avenue.blogspot.com/