Carissimi amici e
lettori,
Il post di oggi è una recensione letteraria e il libro che vorrei recensire è un romanzo del famoso scrittore turco, vincitore del premio Nobel per la letteratura, Orhan Pamuk. Il titolo di questo romanzo è Neve ed è stato pubblicato per la prima volta nel 2002. Prima di procedere alla recensione del libro, vorrei spendere due parole sul suo autore in modo da poter facilitare anche la comprensione degli argomenti trattati in questo romanzo. Orhan Pamuk nacque nel 1952, in una famiglia borghese benestante, suo padre che discende da una delle popolazioni più antiche popolazioni del Caucaso, i circassi, fu il primo dirigente della sezione turca dell’IBM. Come curiosità vorrei aggiungere il fatto che il cognome Pamuk, che in turco significa “cotone” fu scelto dalla famiglia con la legge sul cognome del 1934 in riferimento alla loro carnagione chiara. Orhan Pamuk è il più rinomano, tradotto e più letto in assoluto scrittore turco. Nel 2006 vinse il premio Nobel, primo autore turco ad essere insignito con un simile riconoscimento, con la motivazione: “nel ricercare l'anima malinconica della sua città natale, ha scoperto nuovi simboli per rappresentare scontri e legami fra diverse culture”. I suoi romanzi, incentrati sulla dicotomia occidente/oriente rappresentata da un sentimento confusionale e la perdita d’identità della società turca nel tempo, sono caratterizzati da sinossi dense ed elaborate, personaggi complessi, spesso spiacevoli e da immancabili colpi di scena. Rifiuta il titolo di “artista di stato” ed i suoi discorsi sul genocidio armeno (l’uccisione di trenta mila curdi e più di un milione di armeni in Anatolia durante la prima guerra mondiale), gli valgono un processo per “vilipendio dell’identità nazionale” poiché la legge turca vieta di definire come genocidio gli eventi in questione. In alcuni posti della Turchia i suoi libri sono stati vietati e distrutti e persone che avevano ammesso di possederne sono state perseguitate. Neve (Kar in turco), infatti apriva la strada a questi eventi, essendo il primo romanzo dichiaratamente politico, contrapponendo le culture occidentali ed islamiche.
La trama di questo romanzo s’ispira ad un
fatto di cronaca, di preciso una serie di suicidi fra le ragazze islamiche di
una città di provincia. Mentre l’incidente nella vita reale accadeva nella
città di Batman, nel Kurdistan, l’autore ambienta le vicende di Neve, nella
città della Turchia orientale, Kars, dove un famoso poeta turco, Ka, va a
investigare i suicidi. Noterete il fascino quasi fiabesco della triade Ka, Kar
(titolo in lingua originale) e Kars, un’assonanza fra poesia e giallo
poliziesco ad anticipare il contenuto del romanzo. I personaggi di nostro
romanzo sono forse fra i più coloriti e particolari personaggi che io abbia mai
trovato finora nei romanzi letti il che è un fatto particolarmente interessante
e stuzzicante. Sono rimasta davvero meravigliata dalla capacità di questo
autore di creare personaggi con una individualità e delle spiccate
caratteristiche personali e inserirli in un contesto che gli accomuna tutti in
quanto condizioni sociali, credenze politiche, convinzioni religiose e paure
alzate quasi ad un livello di vere fobie. I nostri personaggi principali sono
Ka, il poeta turco, da 12 anni in esilio in Germania che ritorna per
investigare i fatti di cronaca appena menzionati, Ipek, l’ex compagna
universitaria di Ka e figlia del proprietario del motel cittadino dove il poeta
risiede durante il periodo delle investigazioni, Blu, un integralista islamico
che sembra essere coinvolto nell’uccisione del rettore universitario e Kadife,
sorella di Ipek e ragazza che porta e sostiene la tradizione del velo. Vorrei
menzionare anche Muhtar, l’ex marito della bella Ipek, ex compagno e amico del
nostro protagonista e anche egli un poeta ma che cerca di farsi strada nel
mondo della politica candidandosi come sindaco di Kars, Necip e Fazil, due
amici integralisti e sostenitori del velo che dopo aver incontrato il nostro
protagonista contemplano l’ateismo, Sunay Zaim, l’attore famoso per le
raffigurazioni dell’eroe nazionale turco Ataturk ma che in realtà viene a Kars
con scopi molto più scioccanti e in fine, il signor Turgut, padre di Ipek e
Kadife, socialista ed ex detenuto politico che in tanti momenti cruciali del
nostro romanzo rappresenta la voce della ragione e del pensiero articolato.
Oltre a loro ci sono tanti altri personaggi cruciali per gli eventi che si
svolgono in questo romanzo come agenti segreti, milizie paramilitari, studenti
e parenti delle ragazze suicide, giornalisti di dubbia moralità, anche essi
molto ben raffigurati e descritti dal nostro scrittore ma ai quali, per
semplificare e facilitare la lettura della mia recensione, mi riferirò solo in
modo generico come al gruppo di affiliazione. Quello che inizia come una specie
di romanzo giallo, presto si arricchisce di momenti di passione quando Ka
s’innamora di Ipek e cerca di fare tutto il possibile per conquistarla e
convincerla a venire con lui in Germania e per riuscirci, si lascia trascinare
in un conflitto con connotazioni religiose, etniche e culturali. Prima di
arrivare all’origine dei suicidi, Ka si ritrova immischiato in una fitta rete
di bugie, manipolazioni, macchinazioni e colpi di scena che lo allontanano
dallo scopo iniziale del suo viaggio. Appena ritrova Ipek, Ka si ritrova a
mentire al suo amico Muhtar, che cercando di riconquistare l’ex moglie, aveva
chiesto l’aiuto del suo vecchio amico, a tentare di raggiungere a degli accordi
con un potenziale estremista ingannando (o almeno sperare di poterlo fare) allo
stesso tempo i rivoluzionari laici, gli integralisti islamici, gli agenti dei
servizi segreti e gli uomini delle milizie private. Ka cerca di ottenere
accordi e tregue che possano permetterli di lasciare Kars in sicurezza insieme
ad Ipek una volta che la neve cessasse, il coprifuoco fosse eliminato e la
città venisse riaperta. Paradossalmente, tutto questo intreccio di eventi ad
alto rischio stimola la creatività di Ka che nei 3 giorni passati a Kars,
riesce a scrivere abbastanza poesie da completare un nuovo libro.
La dinamica del
romanzo è sostenuta e accattivante e prima che ce se ne accorga, uno si ritrova
partecipe morale ai raduni per decidere come spiegare la storia ai giornali
dell’occidente, alle conversazioni tanto filosofiche quanto vessatorie fra Ka e
Blu, Ka e Sunay o Ka e le milizie. La trama è lineare e coinvolgente anche se
viene seminata da piccole rivelazioni che sono vitali per mantenere vivo
l’interesse del lettore. Anche se la storia viene raccontata dal punto di vista
di Ka, viene introdotta ad un certo punto la figura dell’Io narrante, un amico
di Ka che alla fine scopriremo fosse proprio l’autore del romanzo che fa delle
rivelazioni e dei commenti agli eventi del romanzo.
Essendo questo
forse il secondo romanzo della cultura islamista che io abbia letto finora, se
non consideriamo i libri occidentali con ambientazione nei paesi arabi, come
l’Inschiallah, confesso che mi devo ancora abituare al modo in cui si svolgono
gli eventi in queste culture, al loro rapporto con il mondo, con le credenze e
con quello che è e dovrebbe essere in futuro la mia percezione sulla cultura e le
abitudini dei popoli musulmani.
Consiglio
vivamente questo libro perché nonostante le sue 462 pagine, coinvolge il lettore
con personaggi pittoreschi, descrizioni minuziose, eventi precipitosi e una
bella dose di suspense e prima che uno se ne accorga, ha già letto la metà.
ENGLISH
Dear friends and readers,
Today's post is a literary review and the book I would like to review is a novel by the famous Turkish writer, winner of the Nobel Prize for Literature, Orhan Pamuk. The title of this novel is Snow and it was published for the first time in 2002. Before proceeding to the review of the book, I would like to say a few words about its author so as to also facilitate the understanding of the topics covered in this novel. Orhan Pamuk was born in 1952, into a wealthy bourgeois family, his father, who descends from one of the oldest populations of the Caucasus, the Circassians, was the first manager of the Turkish section of IBM. As a curiosity I would like to add the fact that the surname Pamuk, which in Turkish means "cotton" was chosen by the family with the surname law of 1934 in reference to their light complexion. Orhan Pamuk is the most renowned, translated and most read Turkish writer of all. In 2006 he won the Nobel Prize, the first Turkish author to be awarded with such an award, with the motivation: "in researching the melancholy soul of his hometown, he discovered new symbols to represent clashes and bonds between different cultures". His novels, centered on the West/East dichotomy represented by a feeling of confusion and the loss of identity of Turkish society over time, are characterized by dense and elaborate synopses, complex, often unpleasant characters and inevitable twists. He refuses the title of "state artist" and his speeches on the Armenian genocide (the killing of thirty thousand Kurds and more than a million Armenians in Anatolia during the First World War) earned him a trial for " contempt of national identity” because Turkish law prohibits defining the events in question as genocide. In some places in Turkey his books have been banned and destroyed, and people who have admitted owning them have been persecuted. Snow (Kar in Turkish), in fact paved the way for these events, being the first openly political novel, contrasting Western and Islamic cultures.
The plot of
this novel is inspired by a news story, specifically a series of suicides among
Islamic girls in a provincial city. While the real-life accident happened in
the city of Batman, in Kurdistan, the author sets Snow's events in the eastern
Turkish city of Kars, where a famous Turkish poet, Ka, goes to investigate the
suicides. You will notice the almost fairy-tale charm of the triad Ka, Kar
(title Snow in the original language) and Kars, an assonance between poetry and
detective story that anticipates the content of the novel. The characters in
our novel are perhaps among the most colorful and particular characters that I
have ever found so far in the novels I have read, which is a particularly
interesting and tantalizing fact. I was truly amazed by this author's ability
to create characters with individuality and strong personal characteristics and
place them in a context that unites them all in social conditions, political
beliefs, religious beliefs and fears that are raised almost to the level of
real phobias. Our main characters are Ka, the Turkish poet, in exile in Germany
for 12 years who returns to investigate the new events just mentioned, Ipek,
Ka's former university friend and daughter of the owner of the city motel where
the poet resides during the period of the investigations, Blu, an Islamic
fundamentalist who seems to be involved in the killing of the university rector
and Kadife, Ipek's sister and a girl who wears and supports the tradition of
the veil. I would also like to mention Muhtar, the ex-husband of the beautiful
Ipek, ex-partner and friend of our protagonist and also a poet but trying to
make his way in the world of politics by running for mayor of Kars, Necip and
Fazil, two fundamentalist friends and supporters of the veil who after meeting
our protagonist contemplate atheism, Sunay Zaim, the actor famous for his
portrayals of the Turkish national hero Ataturk but who actually comes to Kars
for some much more shocking purposes and finally, Mr. Turgut, father of Ipek
and Kadife, socialist and former political prisoner who in many crucial moments
of our novel represents the voice of reason and articulated thought. In
addition to them, there are many other characters crucial to the events that
take place in this novel such as secret agents, paramilitary militias, students
and relatives of the suicide girls, journalists of dubious morality, also very
well depicted and described by our writer but to whom, to simplify and
facilitate the reading of my review, I will only refer to them in general terms.
What begins as a sort of mystery novel, soon becomes enriched with moments of
passion when Ka falls in love with Ipek and tries to do everything possible to
win her over and convince her to come with him to Germany and to do so, he lets
himself be dragged into a conflict with religious, ethnic and cultural
connotations. Before arriving at the origin of the suicides, Ka finds himself
entangled in a dense web of lies, manipulations, machinations and twists that
distance him from the initial purpose of his journey. As soon as he meets Ipek,
Ka finds himself lying to his friend Muhtar, who, trying to win back his
ex-wife, had asked for the help of his old friend, trying to reach agreements
with a potential extremist by deceiving (or at least hoping to be able to do
so) at the same time the secular revolutionaries, the Islamic fundamentalists,
the secret service agents and the men of the private militias. Ka tries to
obtain agreements and truces that will allow them to leave Kars safely together
with Ipek once the snowfall stops, the curfew is lifted and the city is
reopened. Paradoxically, all this interweaving of high-risk events stimulates
Ka's creativity and in the 3 days spent in Kars, he manages to write enough
poems to complete a new book.
The dynamics of the novel are sustained and captivating and
before one realizes it, he finds himself as moral participant in the meetings
to decide how to explain the story to the Western newspapers, in the
philosophical and vexatious conversations between Ka and Blu, Ka and Sunay or
Ka and the militias. The plot is linear and engaging even if it is peppered
with small revelations that are vital to keep the reader's interest alive. Even
if the story is told from Ka's point of view, at a certain point the figure of
the narrator is introduced, a friend of Ka's who we eventually discover to be
the author of the novel and who makes revelations and comments on the events of
the novel.
Since this is perhaps the second novel of Islamic culture
that I have read so far, if we do not consider Western books with settings in
Arab countries, such as Inschiallah, I confess that I still have to get used to
the way in which events unfold in these cultures, to their relationship with
the world, with beliefs and with what my perception of the culture and habits
of Muslim peoples are and should be in the future.
I highly recommend this book because despite its 462 pages,
it engages the reader with colorful characters, detailed descriptions,
precipitating events and a good dose of suspense and before one notices it, one
has already read half of it.
Recensione
realizzata dopo aver letto in italiano il romanzo NEVE di Orhan Pamuk, traduzione
di Semsa Gezgin e Marta Bertolini, casa editrice Einaudi, collana Super ET, 2014,
EAN: 9788806222703
Review made after reading the novel SNOW by Orhan Pamuk in
Italian, translated by Semsa Gezgin and Marta Bertolini, Einaudi publishing
house, Super ET series, 2014, EAN: 9788806222703
Disclaimer e premesse / Disclaimer and premises:
IT: Questo post non ha scopi
commerciali e non incoraggia vendite, denominazioni, immagini ed eventuali link
presenti sono solo a scopo informativo. Le opinioni espresse rappresentano la
mia esperienza in quanto consumatore. Questo post è di mia completa creazione
per quanto riguarda contenuti, foto e idee espresse. Prima di usare qualsiasi
parte di questo post siete pregati di contattarmi e nel caso vi abbia ispirato
per altre creazioni, chiedo cortesemente di menzionare la fonte.
ENG: This post
has no commercial purposes and does not encourage sales, names, pictures and
eventual links are present only for an informative purpose. The opinions
expressed represent my experience as a consumer. This post is of my entire
creation as for contents, photos and expressed ideas. Before using any part of
it, you need to contact me and in case it inspired you for other creations, I
gently ask you to mention the source.