Wednesday, April 19, 2023

Una vera dipendenza - Il Sorgo Rosso di Mo Yan - recensione letteraria / True addiction - Red Sorghum by Mo Yan - book review

 


Ciao carissimi lettori,

Oggi non vedo l’ora di parlarvi di un libro che mi ha tanto sorpreso, un libro che mi ha impressionato e deliziato allo stesso tempo, un libro che mi è piaciuto talmente tanto che quando ho finito le quasi 500 pagine, avrei voluto che continuasse ancora perché mi aveva reso avida del suo contenuto. Il romanzo di oggi è il Sorgo Rosso ed è la seconda opera dello scrittore cinese Mo Yan che io leggo. Il primo libro che avevo letto, Le Rane e che ho recensito QUI mi aveva già fatto apprezzare molto questo scrittore per il modo oggettivo in cui evoca ed analizza i fatti e per gli spunti di riflessione quasi filosofici che condivide con il lettore, ma dopo aver letto questo romanzo ho cominciato ad apprezzare Mo Yan anche come scrittore, come narratore e creatore di letteratura. Forse sembrerà presto fare una simile affermazione dopo aver letto solo 2 libri, che totalizzano più di 850 pagine, ma dopo aver letto quest’opera ho subito capito che Mo Yan è diventato uno dei miei scrittori preferiti. Prima di parlarvi nello specifico di questo romanzo vorrei fare una piccola precisazione, il vero nome dello scrittore è Guan Moye, Mo Yan essendo il suo pseudonimo, una scelta audace perché la traduzione del suo pseudonimo significa: “colui che non desidera parlare”, curioso per qualcuno che ha scelto di fare lo scrittore ma su questo argomento ritornerò più avanti quando parlerò del suo modo di scrivere.

Il Sorgo Rosso è un romanzo storico che narra la storia di una famiglia del distretto di Gaomi nella regione di Shandong, estesa su diverse generazioni. La narrazione è in prima persona e non per caso in quanto anche l’autore è nato e cresciuto nello stesso posto. In realtà, questa opera che è il sua primo romanzo, vide la luce del giorno nel 1986 quando l’autore consegui anche la laurea al dipartimento di letteratura dell’Academia d’Arti e subito colse l’interesse del mondo artistico. L’anno successivo, nel 1987, fu realizzata la trasposizione cinematografica delle prime due parti del romanzo dal regista Zhāng Yìmóu, film che l’anno seguente vinse l’Orso d’Oro al Festival Internazionale del cinema di Berlino. L’argomento trattato in questo romanzo è la vita di una famiglia particolare, le sue relazioni, i rapporti nella comunità, le avventure e le sofferenze patite durante la seconda guerra sino – giapponese. La narrazione in Sorgo Rosso è realizzata su una struttura di piani sovrapposti, in avanti e all’indietro, dal 1925 al 1972 circa, partendo dal matrimonio arrangiato di Dai Fengliang, la nonna del narratore, al ritorno del nipote, questo personaggio assente, al paese dei suoi nonni e di suo padre. La narrazione spazia da eventi che descrivono la vita, le tradizioni popolari e le abitudini della popolazione contadina all’epoca antecedente alla seconda guerra sino – giapponese, agli eventi scaturiti dall’invasione giapponese, al comunismo reale menzionando anche la rivoluzione culturale che scosse il comunismo appena istaurato. La narrazione ha una struttura quasi epopeica, la presenza di diverse generazioni le conferisce l’aspetto di un vero saga mentre la presenza di certi personaggi canaglia che diventano eroi le dà un carattere di mitopoiesis, creazione di miti. I personaggi principali di questo romanzo sono: Yu Zhan’ao, un ragazzo turbolento che con il passare degli anni si trasforma in un bandito e poi in un comandante della resistenza contro l’invasione giapponese, Dai Fegliang, una ragazza di modeste origini che si vedrà cambiata la vita dopo l’incontro con il giovane Yu, Yu Dougan, il figlio dei primi due personaggi e il padre del narratore, un adolescente che la guerra renderà forte, Zio Liu o Arhat Liu, lavorante anziano nella distilleria della famiglia Shan che inseguito sotto l’amministrazione di Dai Fengliang diventerà un prezioso consigliere e fedele amministratore. Altri personaggi importanti che compariranno successivamente sono Lian’er, la seconda moglie di Yu Zhan’ao, una ragazza sensuale e misteriosa la cui rabbia alla fine diventerà profezia, Cao Mengjiu, capo distretto, famoso per la sua saggezza e spirito di giustizia apparentemente incorruttibile, Collo Macchiato, il bandito che diventerà esempio di vita per Yu Zhan’ao, Occhio Nero, il capo della Società di Ferro, una delle organizzazioni della resistenza contro l’invasione giapponese, e Jiang Piede Piccolo, il comandante dell’Ottava Armata. In verità ci furono diverse organizzazioni a combattere contro l’invasione giapponese e le loro dinamiche erano molto complesse e per niente scontate. Per quanto riguarda gli eventi, io che non conosco a fatto la storia cinese, confesso che sono stata molto sorpresa e sbalordita dalla genesi di alcuni momenti, dalle dinamiche di altri e dal modo in cui sono stati percepiti dal popolo cinese.

Vorrei finalmente parlare dell’aspetto che mi ha più impressionato in questo romanzo e cioè delle sue ricchezze sul piano letterario. Il sorgo rosso è un romanzo che eccelle in figure retoriche ma a impressionarmi così tanto non è stato il numero di metafore, epiteti, assonanze, ossimori, ipostasi e quant’altro ma la loro qualità, la loro forza, la loro capacità di creare immagini, suoni, odori, impressioni e di persistere a lungo nella mia mente. Mo Yan ha un talento molto speciale, un talento rarissimo che è quello di raccontare fatti terribili senza creare scompiglio o ripugnanza e lo fa grazie alla sua capacità di usare le figure retoriche. Espressioni come: “sangue morbido e liscio come piume di uccelli”, “dopo la morte, il suo volto era bello come la giada” oppure “dalla bocca e dal naso spruzzò fuori il sangue scarlatto come una frecciadipingono un quadro vivido, intenso e memorabile senza risvegliare ansietà e senza frenare o rallentare il flusso della lettura. Grazie all’uso dei piani sovrapposti lo scrittore ci rivela eventi tragici aumentando gradualmente l’intensità in modo che il lettore ormai informato dell’epilogo non viva l’angustia e il terrore associati. Senza fare uno spoiler, menziono come esempio la morte di zio Liu di cui l’autore ci informa già dal primo capitolo con frasi semplici e che più avanti andrà a richiamare aggiungendo dettagli e colori per costruire e concludere un quadro di brutale violenza. Questa costruzione graduale è la chiave per mantenere vivo l’interesse dei lettori senza creare panico e subire perdite. Essendo un romanzo storico che narra eventi di guerra, Il Sorgo Rosso narra aggressioni, violenze, tradimenti, parla di morte, di suicidio e di omicidio in tutte le sue forme, ma rispecchia fedelmente la cultura rurale cinese, le convinzioni, l’ignoranza, la disperazione, la miseria, l’amore, l’emozione e la rassegnazione che dimora in ogni contadino, ogni bandito e ogni anima dell’alta pianura cinese. Mo Yan illustra tutto questo con la sua narrazione senza usare esplicitamente la descrizione ma figure retoriche che in poche parole evocano usanze, qualità, tratti e impressioni. Ritornando al significato del suo pseudonimo, la scelta evoca pienamente il suo stile letterario perché Guan Moye non parla, lui dipinge con parole realtà, fatti, eventi, persone e posti con una maestria degna del premio Nobel.

Consiglio questo libro a tutti gli amanti della buona lettura e a tutti coloro che vogliono esplorare e approfondire la cultura di un popolo millenario ma vi avverto, la narrazione di Mo Yan crea dipendenza. Dopo aver letto Le Rane, ho deciso di acquistare Il Sorgo Rosso e dopo aver letto questo romanzo, ho messo nella lista dei prossimi acquisti altri suoi 3 libri.




ENGLISH

Hello dear readers,

Today I can't wait to tell you about a book that surprised me so much, a book that impressed and delighted me at the same time, a book that I liked so much that when I finished the nearly 500 pages, I wanted it to continue because it had made me greedy for its content. Today's novel is Red Sorghum and it is the second work of the Chinese writer Mo Yan that I read. The first book I had read, Frog and which I reviewed HERE had already made me appreciate this writer a lot for the objective way in which he evokes and analyzes the facts and for the almost philosophical food for thought he shares with the reader, but after having read this novel I began to appreciate Mo Yan also as a writer, as a narrator and creator of literature. Perhaps it will seem to soon to make a similar statement after reading only 2 books, which total more than 850 pages, but after reading this work I immediately realized that Mo Yan has become one of my favorite writers. Before talking specifically about this novel I would like to make a small clarification, the writer's real name is Guan Moye, Mo Yan being his pen name, a bold choice because the translation of his pen name means: "don't speak", curious for someone who has chosen to be a writer but I will return to this topic later when I talk about his way of writing.

Red Sorghum is a historical novel that tells the story of a family from the Gaomi district in the Shandong region, spanning several generations. The narration is in the first person and not by chance as the author was also born and raised in the same place. In fact, this work, which is his first novel, saw the light of day in 1986 when the author also graduated from the literature department of the Academy of Arts and immediately caught the interest of the artistic world. The following year, in 1987, was made the film adaptation of the first two parts of the novel by director Zhāng Yìmóu, a film that the following year won the Golden Bear at the Berlin International Film Festival. The topic covered in this novel is the life of a very special family, its relationships, its bonds with the community, its adventures and sufferings suffered during the second Sino-Japanese war. The narration in Red Sorghum is carried out on a structure of overlapping planes, forwards and backwards, from about 1925 to 1972, starting from the arranged marriage of Dai Fengliang, the grandmother of the narrator, to the return of his grandson, this absent character, on the lands of his grandparents and his father. The narration ranges from events that describe the life, popular traditions and habits of the peasant population at the time before the Second Sino-Japanese War, to the events arising from the Japanese invasion, to real communism, also mentioning the cultural revolution that shook the just installed communism. The narrative has an almost epopeic structure, the presence of several generations gives it the appearance of a true saga while the presence of certain knave characters who become heroes gives it a character of mythopoiesis, the creation of myths. The main characters of this novel are: Yu Zhan'ao, a turbulent boy who over the years turns into a bandit and then into a commander of the resistance against the Japanese invasion, Dai Fegliang, a girl of modest origins who will see his life changed after meeting the young Yu, Yu Dougan, the son of the first two characters and the narrator's father, a teenager that the war will make strong, Uncle Liu or Arhat Liu, an elderly worker in the Shan family distillery who turned under the administration of Dai Fengliang into a valuable advisor and faithful administrator. Other important characters who will appear later are Lian'er, Yu Zhan'ao's second wife, a sensual and mysterious girl whose anger will eventually become prophecy, Cao Mengjiu, district leader, famous for his wisdom and seemingly incorruptible spirit of justice, Spotted Neck, the bandit who will become an example of life for Yu Zhan'ao, Black Eye, the leader of the Iron Society, one of the organizations of the resistance against the Japanese invasion, and Jiang Small Foot, the commander of the Eighth Army. In truth, there were several organizations fighting against the Japanese invasion and their dynamics were very complex and not at all obvious. As for the events, I, who do not know Chinese history, I confess that I was very surprised and amazed by the genesis of some moments, by the dynamics of others and by the way in which they were perceived by the Chinese people.

I would like to finally talk about the aspect that most impressed me in this novel, that is its literary riches. Red Sorghum is a novel that excels in rhetorical figures but what impressed me so much was not the number of metaphors, epithets, assonances, oxymorons, hypostases and so on, but their quality, their strength, their ability to create images , sounds, smells, impressions and to linger on in my mind. Mo Yan has a very special talent, a very rare talent which is to tell terrible facts without creating confusion or repugnance and he does that thanks to his ability to use rhetorical figures. Expressions such as: "blood soft and smooth like bird feathers", "after death, her face was as beautiful as jade" or "from the mouth and nose he spray out the scarlet blood like an arrow" paint a vivid, intense and memorable picture without arousing anxiety and without slowing down the flow of reading. Thanks to the use of superimposed dimensions, the writer reveals tragic events to us by gradually increasing the intensity so that the reader now informed of the epilogue does not experience the associated anguish and terror. Without making a spoiler, I mention as an example the death of Uncle Liu of which the author informs us from the first chapter with simple sentences and which he will later recall by adding details and colors to build and conclude a picture of brutal violence. This gradual construction is the key to keeping readers' interest alive without creating panic and have losses. Being a historical novel that narrates war events, Red Sorghum narrates attacks, violence, betrayals, speaks of death, suicide and murder in all its forms, but faithfully reflects the Chinese rural culture, beliefs, ignorance, desperation, misery, love, emotion and resignation that dwell in every peasant, every bandit and every soul of China's high plain. Mo Yan illustrates all this with his narration without explicitly using the description but rhetorical figures that in a few words evoke customs, qualities, traits and impressions. Returning to the meaning of his pen name, the choice fully evokes his literary style because Guan Moye does not speak, he paints reality, facts, events, people and places with words with a skill worthy of the Nobel Prize.

I recommend this book to all lovers of good reading and to all those who want to explore and deepen the culture of a thousand-year-old people but I warn you, Mo Yan's narration is addictive. After reading Frog, I decided to buy Red Sorghum and after reading this novel, I put 3 more books of this author on the list of my next purchases.





IT: Recensione e presentazione effettuata dopo aver letto: Sorgo rosso, autore Mo Yan, traduzione di Rosa Lombardi, Einaudi, 2014 ISBN 978-88-06-22215-4

ENG: Review and presentation written after reading in Italian: Red Shorgun, by Mo Yan, Italian translation by Rosa Lombardi, Einaudi, 2014 ISBN 978-88-06-22215-4





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10 comments:

  1. quando un libro lo termini, ma vorresti che durasse all'infinito, vuol dire che è stata una lettura appagante. Ora io non amo molto la storia, ma sembra una lettura veramente molto interessante!

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  2. This sounds incredible. It is always wonderful when you find a book that just stays with you. Especially one that is well written! Thank you for the recommendation!
    the creation of beauty is art.

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  3. this book seems must read. I really appreciate your this awesome habit of reading!

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  4. This looks like a good quality novel as you describes on your review
    Thank you so much for shae your review with us

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  5. Oh this sounds really good, historical novels are some of my favorite to read. I have read similar books and enjoyed them. I read one called When Elephants Dance it was really good.

    Allie of
    www.allienyc.com

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  6. Buongiorno, ultimamente mi sto interessando a letture storiche e questo libro cade a fagiolo. Buona domenica.

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  7. Scheint ein tolles Buch zu sein. LG Romy

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  8. Thank You For Inspiring Us - Have A Delightful Weekend - Big Hugs

    Cheers

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